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Il progetto di vita

di Paolo Galfione
Aggiornato al 26 Febbraio 2020
Aggiornato al Marzo 9th, 2020
progetto di vita

Viviamo in una società sempre più focalizzata sulla libertà dell’individuo, la libertà di essere e di fare ciò che lo rende felice.
Il paradosso di questa continua ricerca di benessere è che internet ci avvolge e crea un mondo di relazioni virtuali e informazioni che confermano e sostengono le nostre idee in modo pericolosamente rassicurante.
Questo succede a noi, ragazze e ragazzi, donne e uomini di ogni età, capaci di esprimere con autonomia e consapevolezza desideri, bisogni e aspettative. Esistono invece delle categorie di persone a cui questa possibilità viene sostanzialmente esclusa; si tratta delle persone affette da disabilità e dagli anziani che hanno perso in parte o totalmente l’autonomia psico-fisica.
Fino agli anni ’80 queste persone erano consapevolmente emarginate dalla società, spesso motivo di vergogna per le famiglie, venivano ospitate da istituzioni caritatevoli i cui metodi spesso mal si conciliavano con la loro definizione. Negli ultimi cinquant’anni, man mano che la concezione di disabilità intellettiva e fisica, congenita o legata all’età, è stata razionalizzata all’interno di un’idea scientifico-fisiologica dell’essere umano, abbandonando il precedente stato animistico-patologico in cui spesso malattia era sinonimo di punizione.

La cura alla persona fragile si è via via trasformata nell’applicazione standardizzata di principi tecnici e di strumenti di cura e assistenza. Strumenti che, se da un lato si ponevano sinceri obiettivi di benessere, nella loro applicazione rimanevano quasi sempre a livello teorico.
Ancora oggi, l’approccio alla cura della persona con disabilità, secondo la Legge 104 del 1992, prevede come principale strumento quello della predisposizione di progetti individuali per ogni singola “persona con disabilità fisica, psichica e/o sensoriale, stabilizzata o progressiva” progetti attraverso i quali poter creare percorsi personalizzati per ciascuno, in cui i vari interventi siano coordinati in maniera mirata, massimizzando così i benefici effetti degli stessi e riuscendo, diversamente da interventi settoriali e tra loro disgiunti, a rispondere in maniera complessiva ai bisogni ed alle aspirazioni del beneficiario.

Questo approccio parte dalla rilevazione di una serie di problemi da parte di diversi professionisti, medici, fisiatri, psicologi, educatori, i quali fissano obiettivi e quindi attività che la persona dovrà svolgere. Questo processo si svolge senza che la persona interessata venga coinvolta nel definire quali siano gli aspetti della propria vita veramente importanti e se effettivamente gli obiettivi del progetto siano pertinenti.
È proprio in questo contesto, spesso troppo medicalizzato e tecnicizzato che si inserisce il Progetto di Vita.

Leggi l’articolo completo pubblicato sulla rivista Cura

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Paolo Galfione

About Paolo Galfione

Nonostante sia perennemente distratto da una forma congenita di curiosità permanente, ho avuto la fortuna di poter mettere il mio talento informatico al servizio dei servizi alla persona. Da trent’anni mi occupo di innovazione in questo settore dove le potenzialità del digitale crescono senza sosta.