Lo scorso 26 Maggio sono stati presentati i risultati della ricerca dell’Osservatorio Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, basato sui dati relativi all’anno 2020.
La ricerca ha confermato i trend che da un anno si erano manifestati e cioè una diffusione degli strumenti digitali nel settore sanitario, sia da parte del personale sanitario, che da parte dei pazienti.
Questo trend è stato supportato anche da un aumento degli investimenti in sanità digitale che nel 2020 sono cresciuti del 5% rispetto all’anno precedente, per una spesa totale di 1,5 miliardi di euro, ovvero l’1,2% della spesa pubblica in sanità, corrispondente a una media di 25 euro a cittadino.
Cittadini sempre più digitali
Aumenta l’utilizzo degli strumenti digitali nei cittadini per la ricerca di informazioni sanitarie, dato legato anche alla pandemia. Sale al 73% la percentuale dei cittadini che ha ricercato informazioni su corretti stili di vita (a fronte di un 60% del 2019), mentre il 43% degli intervistati si è informato online sulla campagna vaccinale.
I servizi digitali più utilizzati sono il ritiro online dei documenti clinici (37%, contro il 29% pre-emergenza), la prenotazione online di visite ed esami (26%) e il pagamento online (17%). Il 45% dei cittadini che ha prenotato un vaccino lo ha fatto online (il 29% fra gli over 65).
Il 22% dei cittadini dichiara poi di utilizzare app per ricordarsi di assumere farmaci, mentre il 21% le utilizza per tenere traccia dei parametri vitali (21%)
Comunicazione tra medici e pazienti
L’email è strumento più utilizzato, sia dai medici (79% dei MMG e 85% degli specialisti) ,sia dai pazienti (55%), ma con l’emergenza è cresciuto rapidamente anche l’impiego di piattaforme di collaborazione da parte dei MMG (54% contro il 12% di prima della crisi Covid), dei medici specialisti (70% contro il 30% in precedenza) e dei pazienti (30% contro l’11%).
Telemedicina
Aumenta anche il trend della telemedicina, tra i medici il 30% ha utilizzato un sistema di telemedicina (contro il 10% del 2019). Il servizio di Telemedicina più utilizzato è il Tele-consulto con medici specialisti (lo usa il 47% degli specialisti e il 39% dei MMG), che attira anche l’interesse in prospettiva di 8 medici su 10. Seguono la Tele-visita (39% degli specialisti e dei MMG) e il Tele-monitoraggio (28% specialisti e 43% MMG).
Le competenze digitali sono ancora deboli
Le competenze digitali dei professionisti sono ancora un punto da smarcare, secondo la ricerca il 60% dei medici di medicina generale ha sufficienti competenze digitali di base, ma solamente il 4% ha un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico è poco conosciuto
Poco sfruttato anche il Fascicolo Sanitario Elettronico, solo il 38% della popolazione dichiara di averne sentito parlare e solo il 12% è consapevole di averlo utilizzato. Attualmente la quasi totalità dei fascicoli sono stati attivati, ma la loro alimentazione è quasi nulla in molte regioni.
Le prospettive del PNRR
Prospettive interessanti arriveranno con l’esecuzione del PNRR che mette in campo nuove risorse ma delinea anche a livello progettuale una nuova strada per il mondo sanitario, con nuovi obiettivi da perseguire, dallo sviluppo di cultura e competenze digitali nei medici e nei cittadini a una migliore governance delle iniziative digitali, ad una maggiore collaborazione tra i vari attori del sistema.
“La messa a regime del Fasciolo Sanitario Elettronico deve costituire una priorità assoluta per il nostro Sistema Sanitario e deve essere accompagnata da un’adeguata campagna di informazione perché la limitata consapevolezza della sua esistenza fra i cittadini rappresenta la principale barriera a una sua piena diffusione – afferma Paolo Locatelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -. Affinché il FSE possa diffondersi sarà inoltre importante renderlo più completo, integrato e interoperabile e bisognerà arricchirlo di servizi digitali innovativi e di interesse per la popolazione, come ad esempio i piani di cura”.
INFOGRAFICA OSSERVATORIO SANITÀ DIGITALE